Pochi giorni fa, mentre curiosavo su internet, mi sono imbattuta in una notizia alquanto curiosa: in Turkmenistan, in mezzo al deserto del karkum, si trova un cratere largo circa 70 metri e profondo 20, le cui fiamme bruciano ininterrottamente da 45 anni, il fenomeno è stato battezzato con il nome di “Porta dell’inferno”. A differenza di altri straordinari spettacoli della natura, la porta dell’inferno non è un fenomeno naturale, e nemmeno così antico. La sua storia è iniziata nel 1971, quando i sovietici, alla ricerca del petrolio, impiantarono proprio in quella zona una piattaforma di perforazione. Poco dopo l’inizio dei lavori, le trivelle raggiunsero una sacca di gas naturale presente nel cratere, provocando un cedimento del terreno, per fortuna, senza causare vittime. Gli esperti, per evitare nuovi incidenti decisero di incendiare quel posto, nella speranza, che le fiamme esaurissero la riserva naturale di gas. Ma così non è avvenuto perché ancora oggi le fiamme bruciano alimentando la leggenda della porta dell’inferno, diventata meta turistica, visitata ogni anno da migliaia di persone.
Ancora una volta l’intervento dell’uomo ha alterato l’equilibrio naturale delle cose. In principio, Dio aveva creato tutto in modo perfetto, equilibrato ed armonioso. In Genesi 1:3 leggiamo: ”Allora Dio vide tutto ciò che aveva fatto ed ecco era molto buono”. L’uomo viveva in una comunione profonda con il proprio creatore, purtroppo questa perfezione si interruppe a causa del peccato di Adamo ed Eva, i quali disobbedirono mangiando del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male che Dio aveva vietato loro di avvicinarsi. Da quel momento in poi, la disobbedienza dell’uomo ha avuto come conseguenza l’eterna separazione da Dio e l’uomo ha continuato a vivere ed agire in questo mondo secondo i propri principi ed interessi, inosservante degli insegnamenti del creatore.
E ancora oggi il suo operato è volto a rovinare e distruggere ciò che di buono l’Eterno aveva creato, infatti anche tutta la creazione paga le conseguenze del cattivo comportamento dell’uomo. Infatti in Romani 8.22 sta scritto: “infatti noi sappiamo che fino ad ora tutto il mondo creato geme ed è in travaglio”.
Ma Dio, nel suo immenso e profondo amore, fin dall’inizio, aveva progettato un piano di salvezza per l’essere umano: Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio, è venuto nel mondo 2000 anni fa, per portare sulla croce il peso dei nostri peccati. In Giovanni 3:16 leggiamo: “poiché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna“. Questo sacrificio ci ha permesso di riconciliarci con il nostro creatore e nel momento in cui crediamo in questo atto d’amore, Dio diventa per noi anche un padre e Signore donandoci la vita eterna. La via per il paradiso è aperta e la porta dell’inferno non potrà più farci paura.
Laura Tiralongo – Lodi Milano